1° aprile 2016: insediamento dei nuovi Capitani Reggenti

SE Gian Luigi Berti
SE Massimo Andrea Ugolini
Discorso del Nunzio Apostolico SER Mons. Adriano Bernardini

il Corpo Diplomatico, accreditato presso la Repubblica di San Marino, è ancora una volta qui riunito per esprimere come rappresentante e in nome dei rispettivi Paesi le più vive felicitazioni ai nuovi Capitani Reggenti, sia per la loro elezione all’Alto Incarico e sia per un fruttuoso lavoro durante il prossimo semestre. Naturalmente agli auguri e saluti ai nuovi Capi di Stato, desideriamo unire anche le altre Autorità della Repubblica e l’intero Popolo Sammarinese. Desideriamo rivolgere un saluto particolare anche al Professor Antonio Patuelli, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana e Oratore Ufficiale dell’odierna cerimonia di insediamento degli Ecc.mi Capitani Reggenti. Ora, sempre come “operatori di pace” e mossi dai recenti tristi avvenimenti che la società ha registrato anche a livello mondiale, troviamo propizia quest’occasione per riflettere su uno degli elementi fondamentali della nostra convivenza e quindi della preservazione della pace: il rispetto della persona umana, come cuore della pace. Impostando questa riflessione anche solamente sul piano naturale, dobbiamo riconoscere che l’individuo è dotato dello stupendo dono della “dignità di persona”. Pertanto lo stesso individuo non è soltanto “qualche cosa” ma “qualcuno”… qualcuno capace di conoscersi, di possedersi e di entrare in comunione con altre persone. In questa mirabile prospettiva, si comprende il compito affidato all’essere umano di maturare se stesso nella capacità di rapporto con gli altri e di far progredire il mondo, rinnovandolo nella giustizia e nella pace. Ne consegue che il dono della “dignità di persona”, di cui l’essere umano è dotato, non risulta solamente un dono, ma anche un compito. Il compito o necessità cioè di riconoscere due elementi fondamentali: l’essenziale uguaglianza tra le persone umane… un bene che non può essere disatteso o vilipeso senza provocare pesanti ripercussioni e quindi l’insieme di regole dell’agire individuale e del reciproco rapportarsi delle persone secondo giustizia e solidarietà, iscritto nelle coscienze di ogni persona. Da notare bene che in tale prospettiva le norme del diritto naturale non vanno considerate come direttive che si impongono dall’esterno, quasi coartando la libertà dell’uomo, ma insite nello stesso essere umano. Ora, il riconoscimento dell’essenziale uguaglianza tra le persone umane e l’insieme di regole dell’agire individuale e del reciproco rapportarsi delle persone costituiscono come una “trascendente grammatica”, senza la quale è impossibile pensare di ottenere il rispetto della dignità della persona dell’altro senza mettere a rischio la stessa pace. Solamente l’osservanza di questa “trascendente grammatica” può dare origine non solo alla necessaria “ecologia naturale” – rispetto del cosmo – ma anche all’indispensabile “ecologia umana-sociale” – il pacifico reciproco rapportarsi degli individui. In definitiva, solamente dopo la realizzazione di queste due ecologie si può avere l’autentico rispetto della “persona umana” e quindi il conseguimento della pace…

Naturalmente la conclusione pratica di queste riflessioni non è difficile immaginarla:

  • non si può avere la pace finché la società si presenta come un insieme di individui “l’uno contro l’altro armati”;
  • non si può avere la pace senza il rispetto della vita altrui o addirittura con la soppressione di esseri innocenti;
  • non si può avere la pace quando si offusca la stessa nozione di bene e male insita nella coscienza naturale di ogni essere umano;
  • non si può avere la pace – e qui l’espressione può risultare un po’ rustica, ma vera – quando, cioè, si riduce una società piccola o grande a un qualcosa dell’apparenza di un pollaio, dove tutti strillano diritti senza pensare ai doveri o allo spirito di solidarietà o addirittura senza minimamente curarsi della “dignità della persona” Vediamo intanto molto significativa la silenziosa ma costante immissione della Serenissima  in campo internazionale e soprattutto europeo con firme di accordi, partecipazioni a incontri internazionali e visite ad altri Paesi. Si possono ricordare al riguardo durante il passato semestre:
  • la visita degli Ecc.mi Capitani Reggenti all’Expo 2015 di Milano e i relativi incontri con varie personalità di altri Paesi;
  • sempre della stessa Reggenza la partecipazione a Parigi all’apertura della Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici;
  • la ratifica in sede di Congresso della Convenzione Europea per la Protezione del Patrimonio Archeologico, nonché degli emendamenti all’allegato della Convenzione monetaria tra l’Unione Europea e la Repubblica di San Marino;
  • l’adesione agli Accordi in ambito United Nations Economic Commission for Europe;
  • incontri bilaterali con la Repubblica di Slovenia in campo turistico;
  • adesione alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne;
  • partecipazione alla 143ª sessione della FAO;
  • partecipazione e intervento alla 22ª Ministeriale dell’OSCE;
  • visita ufficiale del Segretario di Stato per gli Affari Esteri alla Repubblica di Georgia.

A conclusione di questo indirizzo d’occasione, vogliano le Loro Eccellenze accogliere i nostri più fervidi rinnovati auguri per un sereno e fruttuoso lavoro a loro personale soddisfazione e per il bene dell’intero Popolo Sammarinese.

Discorso degli Ecc.mi Capitani Reggenti

La Reggenza desidera rivolgere a Sua Eccellenza Monsignor Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico e Decano del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato in Repubblica, un saluto fraterno e sentimenti di profonda gratitudine per l’alto messaggio augurale appena pronunciato che racchiude, oltre all’indirizzo benaugurante per l’avvio del nuovo semestre, il forte monito per una pace che passi attraverso il pieno rispetto della persona. La Reggenza fa proprio il richiamo alla necessità che, in un contesto mondiale minacciato oggi dalle insidie degli estremismi irrazionali e distruttivi, il cuore della pace risieda nella piena realizzazione della dignità dell’essere umano, naturalmente correlata con il rispetto dell’altrui esistenza. Nel rinnovare a Sua Eccellenza Bernardini un ringraziamento sincero per le espressioni pronunciate a nome e per conto dei Rappresentanti di Stati e Organismi multilaterali accreditati in Repubblica, la Reggenza desidera rivolgere a tutti i presenti, nel ruolo specifico di Plenipotenziari di una comunità internazionale sempre più articolata e complessa, un saluto deferente e sentimenti di vivo apprezzamento per l’alto incarico che sono chiamati a espletare. Siamo oggi profondamente scossi per i più recenti episodi di terrore e di violenza inaudita che, colpendo la città di Bruxelles, hanno ferito il cuore dell’Europa, provocando nuovamente immani sofferenze. All’avvio dell’odierna Cerimonia la Reggenza sente forte il dovere, istituzionale e personale, di rinnovare all’Ambasciatore del Regno del Belgio, oggi in questa sala, e Suo tramite, alle Istituzioni e al popolo belga, i sentimenti del più sincero cordoglio per le tante vittime delle stragi di pochi giorni fa, richiamando la necessità che solo da una condivisa unità tra Stati possano nascere le risposte più proprie a fronteggiare chi attenta la cultura della libertà e della democrazia. Allo stesso modo esprimiamo un sincero cordoglio all’Ambasciatore del Pakistan, anch’egli convenuto a San Marino, per la strage crudele che, nel colpire famiglie e bambini in un particolare momento ricreativo, porta il marchio dell’oscuro fenomeno delle più vili aggressioni alle fedi religiose e alla cultura, che pare non conoscano confini. Proteggiamo allora, insieme, le nostre roccaforti di civiltà, perché in gioco è il futuro che vogliamo trasferire ai nostri figli; un futuro in cui la dignità dell’essere umano deve essere riportata al centro delle strategie internazionali. Con sentimenti di alto onore e di vivo compiacimento la Reggenza accoglie il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, oggi a San Marino nella particolare veste di Oratore Ufficiale della Cerimonia di Insediamento dei Capitani Reggenti. Conosciamo e apprezziamo il Presidente Patuelli non solo nella sua qualifica di massimo rappresentante del mondo bancario italiano, bensì anche nei ruoli di imprenditore, di politico, di giornalista che sono propri della sua policroma esperienza professionale e personale; l’omaggio che il Presidente ha inteso rendere alla Repubblica, interpretando l’alto adempimento istituzionale così caro alle nostre tradizioni repubblicane, vuol essere altresì, da parte dei sammarinesi, l’indiscusso riconoscimento del percorso virtuoso dell’Illustre Ospite. Con viva gratitudine e profonda attenzione ascolteremo dunque un’Orazione Ufficiale che saprà infondere ai sammarinesi e al pubblico convenuto – ne siamo assolutamente certi – sensibili elementi di conoscenza e spunti di riflessione anche sul cammino intrapreso dalla Repubblica nel più ampio contesto europeo, frutto di una saggezza e di un acume notori, maturati attraverso saldi principi etici e giuridici; ci piace, a tal riguardo, riprendere una frase emblematica del Presidente, pronunciata in occasione della sua nomina ai vertici dell’Associazione Bancaria: “Crediamo e operiamo per un’economia soggetta all’Etica e al Diritto: se un’operazione è ammissibile per legge, ma contrastante con l’Etica, non deve essere effettuata: le questioni di principio prevalgano sempre”. Parole, queste, che racchiudono il senso che la Repubblica di San Marino ha costantemente voluto trasferire nelle regole che determinano il buon funzionamento della sua vita politica e istituzionale. Con altrettanta soddisfazione la Reggenza saluta l’Ambasciatore d’Italia a San Marino, Vice Decano del Corpo Diplomatico e Consolare e rappresentante della Nazione più intimamente interconnessa alle nostre vicende interne e internazionali, cui ci unisce peraltro un’antica e fraterna amicizia. Confidiamo nel progressivo consolidamento delle numerose convergenze che sono alla base dello sviluppo economico e sociale dei due Stati; ancor più in questa fase, che vede la Repubblica impegnata in un articolato confronto con le Istituzioni comunitarie europee, riteniamo infatti necessario che prevalga un altrettanto sereno e proficuo rapporto con l’amica Nazione Italiana che, per ruolo e influenza strategica, è indubbiamente un riferimento essenziale e un interlocutore privilegiato nell’attuale percorso negoziale. Le frontiere dell’Europa, se da un lato richiamano i più recenti fenomeni correlati all’immigrazione e alle vicende tristemente note che la coinvolgono nella sua quasi totalità, dall’altro rappresentano per la Repubblica una proiezione e un obiettivo importanti, finalizzati al perfezionamento di un Accordo di Associazione con l’Unione Europea, insieme a Monaco e ad Andorra. La Repubblica sta perseguendo, attraverso la forma associativa che si riterrà più opportuna, una forma di integrazione che possa consentire di togliere gli svantaggi derivanti dall’essere considerato Stato terzo. Siamo consapevoli che la forma associativa cui si sta lavorando non toglierà al Paese tale status, ma potrà comunque consentirgli di essere considerato equivalente, nelle materie che faranno parte dell’Accordo medesimo. La maggior integrazione europea per la Repubblica avverrà dunque nella salvaguardia e nell’affermazione della sua sovranità, che verrà in tal modo proiettata al di là dei propri confini, in un contesto di norme condiviso, pur nel rispetto e nel riconoscimento della propria identità. Lo scenario internazionale nel quale prende avvio il nostro incarico semestrale alla Suprema Magistratura dello Stato, ci induce a una prima e profonda riflessione sul ruolo dell’Europa, anche in relazione al fenomeno di un’immigrazione difficilmente controllabile, unita a un massiccio esodo di profughi da intere aree di guerra, in cerca di una salvezza non sempre garantita. La ricerca di soluzioni sostenibili sta impegnando un’Europa che, ora più che mai, oltre alla necessaria integrazione dei mercati e dell’economia, deve rivelarsi sempre più capace di coniugare il valore dei diritti, esprimendo pienamente quell’anima storica e politica, propugnata dai suoi stessi Padri Fondatori e oggi richiamata a viva voce senza indugi. Le immagini e i drammi che rimbalzano all’interno dei nostri Paesi, riconducibili a un estremismo radicalizzato che pare non voglia ragionare in termini di dialogo e di soluzioni condivise ci richiamano, come in altri momenti della nostra storia più o meno recente, ad un preciso dovere istituzionale e di solidale assistenza; la Reggenza auspica che l’intervento del Governo e della società civile in direzione di un impegno umanitario attuabile anche in Repubblica non ci trovi impreparati, né pervasi da sentimenti di chiusura o diffidenza; San Marino ritiene che, nell’odierna fase di emergenza, il sostegno a distanza per tante vittime di conflitti ingiustificati sia doveroso e necessario, al pari dell’accoglienza verso coloro che, attraverso viaggi disperati e disumani, raggiungono le nostre terre in cerca di un futuro e di un’integrazione sostenibile. Condividiamo pertanto il valore altamente simbolico di azioni che si inseriscono nel solco della nostra storica tradizione di ospitalità e di mutuo soccorso e incoraggiamo la volontà di adoperarsi che, attraverso il sostegno delle Istituzioni, – siamo certi – saprà contagiare Associazioni, enti e famiglie sammarinesi in un’azione di solidarietà concreta, saldamente ancorata alle nostre radici storiche e culturali, così che l’azione di oggi possa intrecciarsi saldamente con una tradizione d’asilo e di ospitalità che, nel secolo scorso, ha saputo comporre una delle pagine più belle e gloriose della storia sammarinese più recente. L’accoglienza offerta ad oltre 100.000 sfollati durante il secondo conflitto mondiale mantiene viva, ancor oggi, la memoria di un incomparabile esempio di solidarietà e di civiltà. La Reggenza sarà altresì garante della prosecuzione di un percorso di rinnovamento dell’azione politico-istituzionale, alla luce del più recente cammino condotto in direzione di un pieno ed effettivo recupero di affidabilità e di fiducia, correlato a un sistema che sta lasciando alle spalle la visione del passato. Siamo consapevoli che si debba accompagnare il cambiamento in atto, mantenendo salda la barra dell’esclusivo interesse dei nostri cittadini e, dunque, del bene del Paese: in questa solenne Cerimonia è facile che lo strumento della retorica, pur nella sua positiva accezione di efficace strumento dialettico, possa prevalere sui messaggi più pregnanti che si intende trasferire a una popolazione non ancora definitivamente uscita dalla pesante contrazione economica che da anni l’ha colpita. La Reggenza, nel proprio alto ruolo super partes, sarà al servizio esclusivo delle istanze più urgenti che promanano ai vari livelli della società; ci sta particolarmente a cuore la situazione dei nostri giovani, che più di altre categorie sono oggi ancora penalizzati nelle prospettive di occupazione e di piena fiducia nel futuro. Ai più giovani devono essere garantite le migliori condizioni per sviluppare appieno il talento, le capacità e le attitudini proprie di ciascuno, non precludendo loro alcuna speranza di poter accedere, al nostro interno così come nei più ampi circuiti internazionali, alle migliori opportunità per affermarsi e, dunque, per affermare il valore del nostro patrimonio più prezioso. Ai giovani e alle numerose famiglie di questa Repubblica che la crisi economica ha pesantemente toccato – è nostro fermo proposito accompagnarne il percorso – dovranno essere assicurati gli sforzi maggiori da parte delle Istituzioni e della intera società e potenziati tutti i provvedimenti che incentivano l’imprenditoria e l’occupazione giovanile in primis; il soddisfacimento del sacrosanto diritto del cittadino, che è quello di poter lavorare, è oggi di cruciale rilevanza per le giovani generazioni perché talvolta, alla perdita di speranza in un futuro lavorativo libero e dignitoso, può far seguito un senso di scoramento e di delusione, che conduce a forme di profonda insoddisfazione. Attraverso la ripresa, seppur lieve, registrata di recente dagli indicatori economici, auspichiamo che in tempi brevi possa riallacciarsi una catena di relazioni sociali e familiari forti, in uno sforzo congiunto proprio delle Istituzioni, delle categorie economiche e della società civile, capace di assicurare un avvenire più certo. La politica oggi deve trovare la forza per premere sull’assetto istituzionale in maniera nuova ed effettivamente ripulita da dinamiche di un passato in cui una distorta visione dell’esercizio del potere ha sensibilmente frenato l’adeguamento alle trasformazioni in atto all’interno della comunità di Stati. Oggi la ripartenza è rappresentata dal rinnovato sistema etico e normativo, frutto di un confronto ampio a livello parlamentare, per il quale dobbiamo riconoscere un impegno profondo di tutte le forze politiche, che ha determinato peraltro l’unanime riscontro anche da parte delle maggiori Organizzazioni Internazionali. Un passaggio fondamentale, richiamato anche dalle importanti vicende giudiziarie in corso, risiede nella capacità di questo Paese di approntare misure nuove ed efficaci per contrastare il fenomeno della corruzione, che ha trovato debolezze e terreno fertile nel pregresso impianto politico, economico e istituzionale. La percezione di una corruzione diffusa, di procedure non trasparenti, di forme clientelari e arbitrarie ampliatesi a macchia d’olio, è stata quanto di più pernicioso possa accadere ad una Amministrazione che, al contrario, deve infondere fiducia, garantire la rigorosa applicazione della norma e l’assoluta intransigenza dei servitori dello Stato. La Reggenza si compiace degli sforzi che sono stati compiuti nell’ultimo periodo per contrastare tale percezione, per intraprendere definitivamente un percorso virtuoso e deciso di lotta al fenomeno corruttivo in tutto le sue accezioni, così come dei numerosi provvedimenti recentemente adottati, in particolare in conformità alle raccomandazioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), che rappresentano indicatori importanti di tale decisa e rinnovata volontà di adeguamento ai parametri internazionali. Del pari, sono altresì determinanti per l’affermazione di un assetto economico-finanziario che sappia rigenerare spazi di competitività e di credibilità internazionali, i sensibili passi compiuti in direzione della trasparenza e di un impegno indirizzato a far sì che il sistema bancario e finanziario sammarinese possa giocare allo stesso livello degli omologhi europei, assumendo sempre più il ruolo di partner di fiducia e offrendo, al contempo, nuovi margini di operatività. Il passaggio ora, necessario e ineludibile, risiede dunque nella capacità di tradurre il rinnovato impianto normativo e la rigenerata etica politica in opportunità di crescita sana, ispirata a quel modello di Stato in cui il cittadino possa sentirsi pienamente tutelato nei diritti e confortato dalla vicinanza delle Istituzioni, in una dialettica democratica che favorisca la partecipazione e il confronto. A tal riguardo ci preme richiamare quel valore non negoziabile, di cui i sammarinesi devono andar assolutamente orgogliosi e che risiede nel più alto concetto di libertà, che ha abbattuto ogni resistenza nel corso dei secoli e irrobustito lo spirito di un popolo che, non sempre, ne ha fatto pienamente tesoro, poiché ritenuto intimamente correlato alla sua stessa esistenza. Dobbiamo dunque ripensare senza spinte demagogiche a questa prerogativa sovrana, non così comune al senso di appartenenza alle comunità: la libertà che le più antiche Istituzioni ci hanno tramandato indenne nei secoli e affidato al corso della storia sammarinese, non è un’eccezione o un’anomalia dello Stato, ma rappresenta ancor oggi la spinta propulsiva a riconoscersi membri di una Repubblica che si è sempre mantenuta libera dai domini altrui e rispettata nel suo status originario e sovrano. Eloquenti le parole espresse qualche giorno fa dal noto giurista Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale Italiana, convenuto in Repubblica in occasione della celebrazione del 110° anniversario dell’Istituto dell’Arengo e che la Reggenza fa proprie per il riconoscimento condiviso dei tanti privilegi e delle altrettante potenzialità che appartengono a questa Terra. Siamo pienamente concordi nel ritenere che la politica e l’economia possano aiutare la cultura, ma che la stessa possa comunque sopravvivere, poiché può dare ordine, senso e visione del futuro attraverso le proprie energie, essendo sovrana di sé stessa. La vocazione di San Marino, a tal riguardo, quale terra al servizio della cultura, non può non aprire ancora una volta l’orizzonte dell’affermazione del valore più forte della propria identità e dunque della sua innata libertà. La Repubblica possiede ampie premesse di vocazioni culturali; premesse che occorre valorizzare per il suo pieno sviluppo, nella continuità di un antico patrimonio che la fa risplendere e la può elevare a polo di attrazione culturale, in conformità ai più alti riconoscimenti tributati dall’UNESCO non soltanto per i meriti ambientalistici, bensì per i profondi indicatori di civiltà che si leggono all’interno delle sue storiche mura. In questo spirito invochiamo una nuova stagione, in cui le ragioni proprie del pluralismo di idee che compongono il quadro politico-istituzionale della Repubblica, possano intimamente saldarsi con le ragioni di un popolo che rivendica una profonda serietà nell’azione politica, che crede nell’onestà e che pretende correttezza. Auspichiamo altresì che la logica del confronto democratico possa sempre prevalere su polemiche e litigiosità arbitrarie, utili soltanto ad affermare il deficit di mediazione politica e ad incrinare quel senso di responsabilità e di maturità che il popolo si attende. Con questi auspici prende avvio quest’alto semestre reggenziale, proprio nell’anno in cui si svolge il Giubileo della Misercordia, indetto da Sua Santità Papa Francesco e che invita all’accoglienza dell’altro, nel riconoscimento dell’incommensurabile valore insito in ogni essere umano. Nello spirito degli appelli costantemente invocati dal Santo Padre, vogliamo trarre il monito più forte da poter imprimere ai nostri cittadini, per far sì che negli stessi prevalga sempre e comunque il senso pieno della comprensione tra il popolo e nel rapporto tra questi e le Istituzioni e si affermi una comune ragione, asservita unicamente al bene del Paese e alla solidità dei suoi valori. È accorato auspicio della Reggenza che tutti i cittadini concorrano ad aver cura della Repubblica, facendo vivere i suoi principi nella vita quotidiana, siano solidalmente vicini ai più deboli e forti nella difesa della sua identità, contribuendo a mantener viva la convinzione che ogni sammarinese rappresenti un’eccellenza della nostra onorata Storia.

 

Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri presenta l’Oratore Ufficiale Antonio Patuelli

adempio con alto onore e con sentimenti del più vivo compiacimento all’incarico di presentare Loro l’Oratore Ufficiale dell’odierna Cerimonia di Insediamento dei nuovi Capitani Reggenti, il Professor Antonio Patuelli, imprenditore e giornalista, Presidente del Gruppo privato e indipendente Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. e dell’Associazione Bancaria Italiana. Il Professor Antonio Patuelli ha assunto, dal 31 gennaio 2013, la presidenza di questa importante associazione – costituitasi a Milano nel 1919 – che attualmente raggruppa oltre novecento associati, rappresentati dalla totalità delle aziende di credito italiane o operanti in Italia e la parte più significativa degli intermediari finanziari. Il Professor Patuelli, già deputato alla Camera della Repubblica Italiana in due legislature, ha fatto parte del Governo Ciampi in qualità di Sottosegretario di Stato alla Difesa. Concluso l’impegno politico, ha indirizzato la propria attività professionale al settore bancario, dimostrando un’indiscutibile capacità e competenza, particolarmente in un momento storico globale caratterizzato da complessità e incertezze. In questi anni di intenso e apprezzato lavoro, il Professor Patuelli non ha mai distolto l’interesse e l’attenzione nei confronti della sua città d’elezione, Ravenna, città che proprio grazie alla partecipazione e al sostegno di autorevoli cittadini, quali il Prof. Patuelli, sta ritornando a ricoprire sul piano culturale ed economico un ruolo consono alla sua gloriosa storia. Ma nella molteplicità degli interessi che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare l’attività e l’impegno del Prof. Patuelli non manca mai una preoccupazione prospettica per l’evoluzione democratica degli Stati e degli Stati d’Europa in particolare. In una sua recente pubblicazione, di fronte alle contraddizioni che hanno frenato il processo di evoluzione dell’Unione Europea, ci invita a riscoprire gli ideali originari della prima ora per consentire all’Europa di tornare ad essere luogo di principi ed espressione di valori di civiltà. La Repubblica di San Marino, che ha avviato un percorso teso a raggiungere un maggior livello di integrazione con l’Unione Europea mediante Accordo di Associazione, accoglierà con particolare interesse le Sue parole, Prof. Patuelli, perché, ne siamo certi, saranno piene della Sua esperienza ma ancor più della Sua amicizia e del rispetto verso le peculiarità del nostro Paese. Nel rinnovare i sentimenti della più viva gratitudine al Professor Antonio Patuelli per l’alto onore della Sua presenza, ci accingiamo ad ascoltare l’Orazione Ufficiale.

Orazione Ufficiale di Antonio Patuelli, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana

sono pienamente consapevole dell’onore che mi è concesso di essere l’Oratore Ufficiale all’insediamento dei nuovi Capitani Reggenti con i quali mi congratulo vivamente. L’emozione mi deriva innanzitutto dalla conoscenza della Vostra illustre storia, per il ruolo anticipatore che per secoli avete espresso con il modello di Istituzioni repubblicane che ha rappresentato un sogno secolare per tanti italiani e un mito innanzitutto per la vicina Romagna prima della proclamazione della Repubblica Italiana nel 1946. Ho viva la consapevolezza del ruolo anticipatore della Vostra Repubblica nella solidarietà sociale e nei diritti civili, come per l’abolizione della pena di morte fin dal 1848. Non potrò mai dimenticare il coraggioso ruolo di San Marino per il Risorgimento italiano, con la generosa ospitalità verso tanti esuli e soprattutto con il decisivo salvataggio di Giuseppe Garibaldi e, in Garibaldi, del sogno di indipendenza e libertà. Luigi Carlo Farini, medico, scienziato, patriota e poi Statista, scrisse che allora, in quel luglio 1849, dopo la sconfitta definitiva nella prima guerra d’Indipendenza e la caduta della Repubblica Romana, per Garibaldi “toccare San Marino era ardua impresa; asprissimi inesplorati sentieri, fitti boschi, torrenti impetuosi, e non solo gli Austriaci che scendevano dall’Appennino toscano alle spalle, ma a fronte, a costa, quelli che di Romagna incalzavano. Camminò Garibaldi tutto il giorno 29; fu a Macerata Feltria da sera; il dì seguente occupò Pietra Rubbia; ripreso il cammino, corse il rischio di smarrirsi pei boschi. Ma, aggiunse Farini, a mezzo giorno del 31 luglio giunse colle sue genti a San Marino, ove pubblicò questo manifesto: <<Soldati, noi siamo giunti sulla terra di rifugio, e dobbiamo il miglior contegno ai generosi ospiti; così avremo meritata la considerazione che è dovuta alla disgrazia perseguitata. Io svincolo qui da ogni obbligo -aggiunse Garibaldi a San Marino- i miei compagni lasciandoli liberi di tornare alle case loro: ricordino che l’Italia non deve restare nell’obbrobrio, e che meglio è morire che vivere schiavi dello straniero.>> Sono consapevole dei tanti problemi strategici e di buon vicinato anche finanziario e di collaborazione economica che insieme Italia e San Marino hanno superato, in spirito di concordia, fin dal maggio 1860, dai primi giorni successivi ai Plebisciti che decisero l’unificazione degli antichi Stati che allora confinavano con la Vostra Repubblica, come l’ex Granducato di Toscana e le vecchie Legazioni Pontificie delle Romagne, quando l’allora Primo Ministro della nascente Italia unita, Camillo Cavour, si rivolse ai Vostri Capitani Reggenti per proporre collaborazione reciproca. Rivivo la gratitudine di generazioni di italiani, innanzitutto di romagnoli, per la coraggiosa ospitalità fornita dalla Vostra Serenissima Repubblica nei mesi più difficili e tragici della seconda Guerra Mondiale, come ha emblematicamente descritto Sergio Zavoli. Con queste indelebili consapevolezze, dopo le fasi dei recenti anni di complesse relazioni finanziarie fra l’Italia e la Vostra Repubblica, ho vissuto in questi ultimissimi anni con particolare apprezzamento il percorso di superamento di quelle problematiche, che ora sono alle spalle, che derivavano innanzitutto dalle particolarissime e complesse peculiarità giuridiche della piena unione doganale e valutaria fra San Marino e l’Italia che evidenziavano contemporaneamente le problematiche di non totale uniformità giuridica fra uno Stato pienamente inserito nei vincoli dell’Unione Europea, come l’Italia, e la Vostra Repubblica che non ne fa parte con pienezza, ma ha con essa una serie di Accordi. Peraltro la Vostra Serenissima Repubblica fa parte di tanti fondamentali organismi internazionali ed è integrata in decisivi organismi di funzionamento del mercato come il Sistema europeo dei pagamenti (SEPA). Apprezzo le  Vostre scelte decise ed anche coraggiose di questi anni, in particolare nel diritto dell’economia, per la trasparenza dei e nei mercati, nella lotta al riciclaggio e all’evasione fiscale. Apprezzo anche talune scelte particolarmente decise che la Vostra Repubblica ha compiuto di recente come le confische dei libretti al portatore sprovvisti di “adeguata verifica”. Ammiro la limitatezza del Vostro debito pubblico che mette la Vostra economia complessivamente in condizioni molto competitive nel contesto europeo. Ora tutti viviamo un momento particolarmente difficile e decisivo per la libertà e il progresso dei nostri popoli minacciati da sempre più vicine guerre e guerriglie terroristiche. Infatti, sono sempre più vicini nel Mediterraneo i rumori di guerra e l’Europa è ripetutamente colpita da stragi. In una fase così complessa, occorre riaffermare con convinzione e non allentare la pienezza dei doveri e diritti di libertà costituzionali sui quali si basano le nostre Repubbliche. Il momento è anche decisivo per le prospettive di tutti i popoli e gli Stati d’Europa. Infatti, quasi un decennio di grave crisi economica e delle sue conseguenze, pur ora in un clima di ripresa, e i forti flussi migratori da Sud verso Nord rimettono in discussione conquiste di libertà come la libera circolazione delle persone in Europa che è strettamente collegata con la libera circolazione delle merci e dei capitali. La nascita dell’Unione bancaria europea, dopo il consolidamento dell’Euro come moneta comune, rappresenta una sfida decisiva per l’avvenire complessivamente delle economie, di cui le Banche sono gli indispensabili anelli di connessione, e per il benessere dei popoli. E’, quindi, in discussione il futuro stesso dell’Europa dopo settant’anni di pace in crescente libertà. Sono anche in discussione i principi di uguaglianza dei doveri e dei diritti dei cittadini d’ogni parte d’Europa. L’Unione europea deve, infatti, crescere non solo come un mercato aperto, ma innanzitutto come Istituzione garante di preventiva interdizione verso ogni rischio di disparità competitiva nella indispensabile uguaglianza dei punti di partenza dei cittadini e delle imprese di ogni genere nel mercato libero e regolato dell’Europa unita. Il processo ottocentesco di unificazione nazionale italiana ha prodotto grandi risultati, ma anche non ha risolto le forti sperequazioni fra le varie zone d’Italia, nonostante che le giovani Istituzioni nazionali di allora, appena unite dal Risorgimento, anteposero l’unificazione costituzionale e normativa che realizzarono in pochissimi anni. L’Unione Europea oggi soffre innanzitutto la mancanza di una Costituzione che definisca doveri e diritti di tutti e di ciascuno. L’Europa soffre delle sperequazioni, fra mercato unico, moneta unica e incompleta unione bancaria, quando mancano norme uniche e non flessibili sulle fondamentali tematiche finanziarie, bancarie, del diritto societario, fallimentare e penale dell’economia. Se queste importanti contraddizioni non saranno superate in tempi ragionevoli, non nascerà la nuova Europa del dopo grande crisi, ma esploderanno ancor più forti le spinte neonazionaliste che potranno spigionare anche gravi rischi di nuove tendenze autoritarie. Queste sono questioni decisive che vedono al centro innanzitutto la nascente e complessa Unione bancaria europea e rimettono in discussione tutti i fondamentali risultati raggiunti in questi decenni che vengono scossi quotidianamente innanzitutto, ma non solo, dall’emergenza immigrazione. Di fronte a queste nuove sfide a cui non ci si può sottrarre, confido che le Istituzioni e gli organismi economici delle nostre due Repubbliche possano sviluppare, sempre più, assieme anche nell’Unione Europea, dei percorsi paralleli che diano convergenti impulsi per garantire la pienezza delle libertà e dell’uguaglianza delle condizioni di partenza nella competitività della vita economica nella quale occorre progredire insieme. Gli ideali di libertà che ci accomunano ci impongono sempre nuove responsabilità per il progresso della civiltà in ogni sede, sia per sempre nuovi diritti e doveri, come in ambito bancario e finanziario, per una sempre maggiore fiducia verso gli organismi finanziari, sulla base di forme di trasparenza al tempo stesso complete e  più “semplici” per tutti e con un ripensamento dei nuovi meccanismi di “salvataggio interno” (bail in) delle banche che in varie parti d’Europa, e di recente in Italia, hanno mostrato molti limiti ed anche contraddizioni con l’articolo 47 della sempre vigente Costituzione della Repubblica Italiana che, senza equivoci, dispone che “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme….”. In nome di questi alti ideali, sono particolarmente onorato e lieto di essere qui ad auspicare ancor più intensi obiettivi di collaborazione innanzitutto bancaria e finanziaria fra San Marino e l’Italia, nell’Unione Europea e in un mondo sempre più globalizzato

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